Pressing sul sindaco di Prato che non prende iniziativa

08.06.2017 h 19:21 da NOTIZIE DI PRATO

Peretola, Comitati e 5 Stelle in pressing su Biffoni: “Solleciti il ministero. Non subisca le imposizioni di terzi”

Non è ancora arrivata la firma del sindaco di Firenze, Dario Nardella, sulla lettera di sollecito del tavolo della Piana al ministero per chiedere la pubblicazione del parere e del decreto Via
Peretola, Comitati e 5 Stelle in pressing su Biffoni: "Solleciti il ministero. Non subisca le imposizioni di terzi"

Dopo 180 giorni dalla sua approvazione non è ancora stato pubblicato il parere positivo della commissione tecnica ministeriale Via sul progetto di ampliamento dell’aeroporto di Firenze che contiene ben 142 prescrizioni. Così come da altrettanto tempo si attende il decreto Via basato su quella relazione. I sindaci dei Comuni della Piana, coordinati da quello di Prato, Matteo Biffoni, avrebbero dovuto inviare una lettera di sollecito al ministro Galletti, ma ad oggi, giovedì 8 giugno, non è ancora partita perché manca la firma del sindaco di Firenze Dario Nardella come reso noto due settimane fa da Notizie di Prato .

Sul mancato invio del sollecito il Movimento 5 Stelle aveva presentato una mozione discussa nel Consiglio dello scorso 1° giugno: “Durante il dibattito abbiamo proposto al sindaco di inviare comunque la lettera firmata dai sindaci della Piana entro lunedì 5 giugno 2017, così da dare un messaggio sia a Nardella che al Ministro.- spiega il consigliere pentastellato Gabriele Capasso – Il PD compatto, la lista Biffoni per Prato e perfino la consigliera Roberta Lombardi, che aveva dichiarato di dimettersi dal PD, hanno votato contro”.

Il coordinamento dei comitati contrari al progetto e l’associazione Vas Vita Ambiente e Salute sono sul piede di guerra contro Biffoni: “Ci meravigliamo come il Pd tenga un sindaco come questo che non sa prendere soluzioni autonome. – afferma Gianfranco Ciulli, portavoce dei due soggetti – E’ chiaro che è un soggetto che subisce le imposizioni politiche di terzi senza mai portare a termine l’impegno preso con i cittadini e con gli altri sindaci del tavolo. Tempo fa criticò alcuni di loro che di loro iniziativa avevano inviato una diffida al governo definendolo uno sgarbo istituzionale. Gli chiediamo se non sia uno sgarbo istituzionale anche tenere gli stessi sindaci all’oscuro del ritardo nell’invio di sollecito da un mese”.

Il coordinamento dei comitati si è mosso per proprio conto per chiedere copia del parere tecnico Via con le 142 prescrizioni approvato il 2 dicembre 2016. Ne è nata un’odissea burocratica. Lo ha fatto a marzo inoltrando la richiesta di accesso agli atti al ministero dell’Ambiente. Il coordinatore, ingegnere Antonio Venditti, ha rimandato di 30 giorni per poter nel frattempo perfezionare il provvedimento di Via. Che non è arrivato. I primi di maggio, quindi, il coordinamento ha quindi segnalato l’inadempienza al dipartimento per il coordinamento amministrativo della presidenza del Consiglio dei ministri che per tutta risposta ha sospeso la decisione chiedendo a Ciulli di definire meglio il suo ruolo di portavoce e a che titolo chiedeva copia degli atti. Nel frattempo Venditti ha preso altro tempo, 60 giorni a partire dalla fine di maggio. Tempo ritenuto congruo per l’emanazione del decreto di Via. Tale risposta non è piaciuta ovviamente al coordinamento dei comitati che due giorni dopo, il 31 maggio, ha fatto una nuova richiesta di accesso agli atti al ministero dell’ambiente e alla commissione accesso ai documenti amministrativi del Consiglio dei ministri. Tale richiesta è mandata per conoscenza anche alle procure di Roma, Firenze e Potenza. Oltre a far presente che il parere della commissione tecnica Via con le 142 prescrizioni non sono più riservate perchè conosciute al proponente, cioè Enac e Toscana Aeroporti, Ciulli aggiunge un’altra richiesta: “Ci risulta che Enac abbia presentato una nuova istanza per chiedere la modifica del quadro prescrittivo che accompagna il parere Via. – afferma Ciulli- Sarebbe una procedura apodittica e illegittima perchè per ottenere un nuovo parere il proponente dovrebbe ritirare e ripresentare il progetto e non certo chiedere alla commissione di modificare quanto già stabilito. Per questo vogliamo copia dell’istanza avanzata da Enac sottolineando che il ministero dell’Ambiente non ha mai fornito all’opinione pubblica alcuna delucidazione sulla rilevanza dei nuovi atti e dei nuovi documenti presentati da Enac. Si richiedono tali atti ai fini della riapertura dei termini per la presentazione delle osservazioni e per garantire la piena partecipazione del pubblico al procedimento”. Su tale nuova richiesta è stato chiamato a difesa l’intervento del difensore civico regionale. Chissà se il ministero prenderà altro tempo: “E’ chiaro – conclude Ciulli – che si cerca di nascondere la difficoltà di trovare la legittimità normativa per rivedere il parere Via già approvato. 180 giorni di attesa sono una tempistica senza precedenti nel nostro Paese”.
E.B.